Identità in cammino è un libro a più voci uscito nel 1986; qualche anno più tardi, nel 1990, seguirà Ticino Regione aperta, frutto di una ricerca svolta nell'ambito del programma "Pluralismo culturale ed identità nazionale". Da allora, è quasi passata una generazione e il discorso, alla luce di non pochi sconvolgimenti, si ripropone. È caduto il muro di Berlino; è arrivato l'Euro; l'Unione europea è cresciuta da 15 a 27 Paesi; i simboli dell'economia nazionale sono stati assorbiti da quella transnazionale; la mondializzazione ha surclassato lo Stato Nazionale; il federalismo della solidarietà si è tramutato in un federalismo competitivo. C'è stato un decennio di stagnazione e di ripensamenti sulle aperture; la politica si è fatta dura e nel medesimo tempo si è alleggerita di tanti valori. Viviamo in una realtà pluriculturale e multietnica.
Che ne è allora del Ticino come regione "aperta"? E più in generale, della nostra "identità" ticinese e svizzero italiana? Un gruppo di riflessione attivo da alcuni mesi ha sentito il bisogno di fare il punto sulla situazione, partendo dalle domande più provocatorie: le aperture del Ticino non sono state forse solo il sogno di un'élite, mentre il Paese è andato per la sua strada anzi, per le sue strade? E se le strade sono molte e le identità sono labili stratificate e a geometria variabile, che senso ha ritornare sul nostro problema di sempre: chi siamo? Dove andiamo?
Coscienza Svizzera propone un dibattito in due serate, alla ricerca di un confronto e di verifiche. Gli interventi discussi verranno poi sottoposti ad un gruppo di personalità esterne, svizzere ed italiane. Ne seguirà una pubblicazione, che si vuole snella e stimolante. L'identità non può essere che in cammino.
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