Il futuro della società dovrà passare necessariamente per la fine del lavoro? C'è chi lo ipotizza come pegno per una nuova era. Ma anziché liberare l'uomo da una costrizione, questo profondo mutamento rischia di trasformarsi in dramma sociale.

"Coscienza Svizzera", in questo volume, si interroga sulla tendenza in atto, imposta dai meccanismi del libero mercato, ma che potrebbe minare il suo stesso funzionamento. Il rischio insomma è quello di inceppare il circuito economico, che ha trovato finora nel lavoro, nel consumo e nel risparmio i suoi principali ingredienti.

Questo libro vuole contribuire non solo a capire le ansie collettive del momento, ma a disegnare le ipotesi per un futuro "contratto sociale" che ridia nuova forma al processo produttivo e nuova linfa alle condizioni di convivenza umana.

Il lavoro di domani.

Le incognite e le speranze di una profonda trasformazione.

A cura di Fabrizio Fazioli

Edizioni Casagrande - Coscienza Svizzera

Indice:

Presentazione

Cronologia di una metamorfosi: Il passato - Il presente - Il futuro

Cronologia di una metamorfosi. Videoimmagini di Franco Cavani

Il lavoro di domani. Scenari per l'occupazione nel XXI secolo.

• DOMENICO DE MASI, Il lavoro nella società post-industriale.
• CHARLES GOLDFINGER, Le travail dans l'économie de l'immatériel.
• CHRISTIAN MARAZZI, Per entrare in materia.
• VASCO PEDRINA, Ipotesi sindacali per il secolo venturo
• MARTINO ROSSI, Oltre il lavoro

Cronologia di una metamorfosi. Fotografie di Alfonso Zirpoli.

Il lavoro di domani. Altri contributi e aggiornamenti.

• SERGIO AGUSTONI, La macchina inceppata
• FABRIZIO FAZIOLI, La nuova questione sociale
• LUCA PELLEGRINI e SIRO PETRUZZELLA, Il mercato fa scuola
• CLAUDIO POZZOLI, Il lavoro necessario e la cultura del "tempo liberato"
• ROMANO RUDEL, Programma prioritario "Domani la Svizzera"

Il lavoro di domani. Un'appendice

• MARIO CONFORTI e MIRTO STORNI, Non lavorare per vivere
• LORIS FEDELE, ENRICO PASOTTI, Telelavoro
• GIANNI DELLI PONTI (a cura di), Dibattito

Cronaca di una tre giorni. Aprile 1995, una mostra, un dibattito e un film