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il quaderno Coscienza Svizzera con gli atti del convegno in formato
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In
questi ultimi anni e presumibilmente ancora per molti il Ticino vive
un fenomeno nuovo sul fronte delle aggregazioni comunali. A cento anni
circa dalla "Legge in punto alla formazione di nuovi Comuni",
del 4.7.1906, che sostanzialmente era rimasta inapplicata (nonostante
diversi studi e proposte, tra cui quello del 5.11.1985 del gruppo di
lavoro governativo presieduto dall'on. Flavio Riva), assistiamo tuttora
a incisive modificazioni della struttura dei comuni, sia nei centri
urbani sia nelle valli. Sulla base della Costituzione cantonale del
1998, che all'articolo 20 prevede che il Cantone favorisce la fusione
dei comuni, dello studio del marzo 1998 del Dipartimento delle istituzioni
"Il Cantone e i suoi comuni, l'esigenza di cambiare", della
nuova legge sulle aggregazioni e separazione dei comuni del 16.12.2003
e della legge sulle fusioni e separazioni dei comuni del 6.3.1945, dai
247 comuni del 1990 siamo passati a 197 a fine del 2004. Ricordiamo
anche il documento di sintesi "Città 2004" del Dipartimento
delle istituzioni, che fa riferimento alle aree urbane del Luganese,
Mendrisiotto, Bellinzonese e Locarnese e la Revisione del Piano direttore
cantonale, recentemente messa in consultazione dal Consiglio di Stato.
Nel corso delle prossime legislature il numero dei Comuni è destinato
a ulteriormente decrescere in misura cospicua. Al di là delle
valutazioni funzionali e finanziarie, questa vera e propria rivoluzione
istituzionale determinerà certamente sostanziali cambiamenti
a livello socio-politico:
• Nei compiti, organizzazione e funzionamento dei singoli Comuni.
• nei rapporti tra i Comuni urbani, quelli confinanti e quelli
vallerani e le Regioni di montagna.
• Nei rapporti e nella ripartizione dei compiti tra i Comuni ed
il Cantone e nella collaborazione con i Patriziati.
• Nei rapporti tra il cittadino ed il Comune, quale Ente pubblico
a lui più vicino e nel funzionamento degli Istituti della democrazia
diretta.
• Nella pianificazione territoriale e nello sviluppo economico
del Cantone.
Ma forse non si tratta di una vera e propria rivoluzione, ma piuttosto
di un parziale ritorno, sotto vesti molto diverse, a forme istituzionali
antecedenti la nascita dello Stato cantonale (le comunità di
valle medievali, le vicinanze, il ruolo delle città)? Coscienza
svizzera, coerentemente con le proprie finalità statutarie di
rafforzamento dei principi di democrazia e di federalismo e in vista
dei futuri processi decisionali su questi temi, ritiene opportuno dare
un proprio contributo per iniziare già sin d'ora, anticipando
gli eventi, uno scambio di opinioni e valutazioni su questo argomento
cruciale, che viene recepito con attenzione anche in altre parti della
Confederazione.